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Perché fare i traduttori se non si è traduttori
Thread poster: Chiara Santoriello
Angie Garbarino
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Rispondo al titolo del thread Oct 12, 2020

Purtroppo i traduttori improvvisati saranno sempre di più, vuoi per la crisi ormai violenta che impedisce ai giovani di inserirsi sul mercato del lavoro, vuoi perché spesso la gente crede che chiunque sia stato una settimana a Londra, può tradurre dall'inglese, e addirittura il legale, ma hai visto che domande Kudoz sul legale? Nel legale ci sono termini consacrati che non si possono né devono tradurre in qualsiasi modo, eppure mi tocca leggere "mia proposta". Ma quale mia proposta?
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Purtroppo i traduttori improvvisati saranno sempre di più, vuoi per la crisi ormai violenta che impedisce ai giovani di inserirsi sul mercato del lavoro, vuoi perché spesso la gente crede che chiunque sia stato una settimana a Londra, può tradurre dall'inglese, e addirittura il legale, ma hai visto che domande Kudoz sul legale? Nel legale ci sono termini consacrati che non si possono né devono tradurre in qualsiasi modo, eppure mi tocca leggere "mia proposta". Ma quale mia proposta?

Personalmente poi, se mi fossi appena iscritta o fossi una giovane alle prime armi ascolterei e porterei rispetto, ma forse sono anacronistica.

Ti ringrazio Chiara per la chiarezza di pensiero che dimostri, d'altronde fai onore al tuo nome
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Chiara Santoriello
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È il mio pensiero... Oct 12, 2020

Purtroppo a volte si pensa, erroneamente, che il nostro lavoro sia creativo invece non lo è affatto. Nella maggior parte dei casi non c'è libertà di scelta.


Angie Garbarino wrote:

Purtroppo i traduttori improvvisati saranno sempre di più, vuoi per la crisi ormai violenta che impedisce ai giovani di inserirsi sul mercato del lavoro, vuoi perché spesso la gente crede che chiunque sia stato una settimana a Londra, può tradurre dall'inglese, e addirittura il legale, ma hai visto che domande Kudoz sul legale? Nel legale ci sono termini consacrati che non si possono né devono tradurre in qualsiasi modo, eppure mi tocca leggere "mia proposta". Ma quale mia proposta?

Personalmente poi, se mi fossi appena iscritta o fossi una giovane alle prime armi ascolterei e porterei rispetto, ma forse sono anacronistica.

Ti ringrazio Chiara per la chiarezza di pensiero che dimostri, d'altronde fai onore al tuo nome



Angie Garbarino
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Luca Falzoni (X)
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Sogni nel cassetto Oct 12, 2020

Buonasera a Chiara e a tutti,

Perché fare i traduttori se non si è traduttori? Motivo banale: guadagnare qualche soldo in più, che non guasta mai. Motivo molto meno banale: nel caso di lavoratore dipendente 50enne come l'autore di queste righe, crearsi una seconda professione che possa fungere da "piano B" nel caso (di questi tempi, ahimè, tutt'altro che remoto) che la mia azienda ci lasci tutti in mezzo alla strada. Se si resta disoccupati a 50 anni oggi in Italia ci si può an
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Buonasera a Chiara e a tutti,

Perché fare i traduttori se non si è traduttori? Motivo banale: guadagnare qualche soldo in più, che non guasta mai. Motivo molto meno banale: nel caso di lavoratore dipendente 50enne come l'autore di queste righe, crearsi una seconda professione che possa fungere da "piano B" nel caso (di questi tempi, ahimè, tutt'altro che remoto) che la mia azienda ci lasci tutti in mezzo alla strada. Se si resta disoccupati a 50 anni oggi in Italia ci si può anche mettere la corda al collo.

Nel mio caso, tuttavia, la vera ragione che mi ha spinto a tentare (ripeto, tentare) questo passo è molto più attinente alla sfera personale: avevo questo sogno nel cassetto da tanto tempo ed ora, complice forse la mezza età ed essendo libero da impegni familiari, ho deciso di provarci. Ho le qualifiche necessarie? Certamente no (vedi il mio altro post di qualche tempo fa "Da ingegnere a traduttore"), ma penso che un C2 in inglese e tedesco e un DipTrans del Chartered Institute of Linguists non li diano proprio a chiunque; inoltre anch'io, come Nicola, mi sono letto parecchia letteratura sull'argomento (molta della quale per me, leonardescamente "omo sanza lettere", è più difficile da digerire di un articolo di fisica dei semiconduttori...).

Immagino, Chiara, che tu abbia scelto questa professione perché questo era il tuo sogno e/o la tua vocazione; anzi, lo spero proprio. Purtroppo, però, non tutti hanno la fortuna di poter seguire le proprie vocazioni/inclinazioni/passioni; ad alcuni tocca seguire una strada tracciata da altri, come nel mio caso. Arrivato alla mezza età ed essendo, come detto poc'anzi, "libero", ho sentito il bisogno di provare a concretizzare questa mia piccola aspirazione personale. Ci riuscirò? Sinceramente, non lo so; se, come sembra di intuire dal tuo post iniziale, tu sei convinta che solo chi ha studiato e si è formato da traduttore può esercitare a ragion veduta questa professione, beh... non ti preoccupare: ci penserà la selezione naturale (o il suo equivalente nell'ambito economico, il libero mercato) a fare piazza pulita di noi "traduttori non-traduttori".

Luca

P.S. spero che il mio italiano ti sia suonato quantomeno accettabile
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Chiara Santoriello
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Io non posso fare l’ingegnere Oct 12, 2020

Io non posso fare l’ingegnere ma solo la traduttrice. Un C2 vuol dire senz’altro saper bene una lingua ma non necessariamente saper tradurre. Per questo ci sono appositi corsi di laurea come per gli ingegneri. Tempistiche dei progetti sempre più pressanti richiedono un impegno giornaliero a tempo pieno e anche superiore. Ma poi mi chiedo perché fare come secondo lavoro il traduttore e non qualcosa d’altro anche di più remunerativo?


P.S. Mi scuso per eventuali typo st
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Io non posso fare l’ingegnere ma solo la traduttrice. Un C2 vuol dire senz’altro saper bene una lingua ma non necessariamente saper tradurre. Per questo ci sono appositi corsi di laurea come per gli ingegneri. Tempistiche dei progetti sempre più pressanti richiedono un impegno giornaliero a tempo pieno e anche superiore. Ma poi mi chiedo perché fare come secondo lavoro il traduttore e non qualcosa d’altro anche di più remunerativo?


P.S. Mi scuso per eventuali typo sto scrivendo dal cellulare

Luca Falzoni wrote:

Buonasera a Chiara e a tutti,

Perché fare i traduttori se non si è traduttori? Motivo banale: guadagnare qualche soldo in più, che non guasta mai. Motivo molto meno banale: nel caso di lavoratore dipendente 50enne come l'autore di queste righe, crearsi una seconda professione che possa fungere da "piano B" nel caso (di questi tempi, ahimè, tutt'altro che remoto) che la mia azienda ci lasci tutti in mezzo alla strada. Se si resta disoccupati a 50 anni oggi in Italia ci si può anche mettere la corda al collo.

Nel mio caso, tuttavia, la vera ragione che mi ha spinto a tentare (ripeto, tentare) questo passo è molto più attinente alla sfera personale: avevo questo sogno nel cassetto da tanto tempo ed ora, complice forse la mezza età ed essendo libero da impegni familiari, ho deciso di provarci. Ho le qualifiche necessarie? Certamente no (vedi il mio altro post di qualche tempo fa "Da ingegnere a traduttore"), ma penso che un C2 in inglese e tedesco e un DipTrans del Chartered Institute of Linguists non li diano proprio a chiunque; inoltre anch'io, come Nicola, mi sono letto parecchia letteratura sull'argomento (molta della quale per me, leonardescamente "omo sanza lettere", è più difficile da digerire di un articolo di fisica dei semiconduttori...).

Immagino, Chiara, che tu abbia scelto questa professione perché questo era il tuo sogno e/o la tua vocazione; anzi, lo spero proprio. Purtroppo, però, non tutti hanno la fortuna di poter seguire le proprie vocazioni/inclinazioni/passioni; ad alcuni tocca seguire una strada tracciata da altri, come nel mio caso. Arrivato alla mezza età ed essendo, come detto poc'anzi, "libero", ho sentito il bisogno di provare a concretizzare questa mia piccola aspirazione personale. Ci riuscirò? Sinceramente, non lo so; se, come sembra di intuire dal tuo post iniziale, tu sei convinta che solo chi ha studiato e si è formato da traduttore può esercitare a ragion veduta questa professione, beh... non ti preoccupare: ci penserà la selezione naturale (o il suo equivalente nell'ambito economico, il libero mercato) a fare piazza pulita di noi "traduttori non-traduttori".

Luca

P.S. spero che il mio italiano ti sia suonato quantomeno accettabile
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Mario Cerutti
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Invece è possibile Oct 13, 2020

Chiara Santoriello wrote:
in primis bisogna che hai non è corretto in italiano e una traduzione tecnica deve essere comprensibile anche in lingua italiana. Cosa servono anni di studio in traduzione me lo spieghi?

La corretta conoscenza della lingua italiana non è appannaggio esclusivo dei traduttori professionisti, laureati o no che siano, così come non lo è la conoscenza professionale delle lingue straniere.

[Edited at 2020-10-13 02:15 GMT]

[Edited at 2020-10-13 04:10 GMT]

[Edited at 2020-10-13 04:12 GMT]


Maurizio Varriale
Ilaria Venturi
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Chiara Gavasso
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Non per sminuirci, ma... Oct 13, 2020

Chiara Santoriello wrote:

Argomento trito e ritrito, lo so, ma vedo tanta gente nuova che non ha una formazione specifica per svolgere questa attività.
A queste persone pongo queste domande:

1. Andreste da un dentista che non è dentista?
2. Da un avvocato che non è avvocato?
3. Da un commercialista che non è commercialista?
4. Da un ingegnere che non è ingegnere?

E poi, se avete già la vostra professione, perché svolgerne un'altra?

Il traduttore non può fare il dentista, l'avvocato, il commercialista o l'ingegnere. La traduzione è la sua unica risorsa.



...le professioni che hai citato sono tutte regolamentate e, oso dire, se se svolte male hanno ripercurssioni ben più gravi di un congiuntivo non azzeccato, di una "d" eufonica di troppo o di una traduzione troppo letterale. Non voglio sminuire il mio/nostro lavoro, che amo e ho scelto a 18 anni, ma - come è stato già fatto notare - è un mestiere che si impara perlopiù sul campo (al solo ricordo di come traducevo appena finita la SSLMIT mi vergogno).
Credo che il tuo discorso dipenda molto dal tipo di specializzazione che si vuole intraprendere: uno molto tecnico, come Nicola, magari può fare qualche erroretto di sintassi ma consegna una traduzione terminologicamente impeccabile e riesce a svolgere periodi complessi semplificandoli e rendendoli fruibili, perché capisce molto bene il testo di partenza e sa rendere il messaggio per gli addetti ai lavori. E non credo si troverà a fare transcreation o tradurre romanzi, quindi è giusto che la sua esperienza sul campo paghi in quel senso.
In sostanza, credo che a ognuno il suo.
Un paio di settimane fa un conoscente mi ha chiesto se vale la pena fare la Scuola interpreti, perché sua figlia è indecisa: io gli ho risposto che se vuole davvero fare la traduttrice forse può considerare un'altra facoltà (a patto che abbia anche altri interessi, ovvio) e che poi viri. Questo perché, negli appositi settori di traduzione, le competenze tecniche spesso sono più utili della scorrevolezza, a mio onesto parere.


Christel Zipfel
Ilaria Venturi
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Angie Garbarino
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Per concludere (da parte mia) Oct 13, 2020

Mi stupisco sempre di come da una persona all'altra venga percepito in modo diverso quello che viene scritto.
Le ultime 3 risposte mi dicono che la percezione che traspare è molto diversa dalla mia, è vero ad esempio che la corretta conoscenza della lingua italiana non è appannaggio esclusivo dei traduttori professionisti, ma è anche vero che certi errori non sono accettabili.

Saluti

[Edited at 2020-10-13 07:16 GMT]


 
Fiona Grace Peterson
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Infatti! Oct 13, 2020

Aliseo Japan wrote:

La corretta conoscenza della lingua italiana non è appannaggio esclusivo dei traduttori professionisti, laureati o no che siano, così come non lo è la conoscenza professionale delle lingue straniere.


Concordo in pieno. Sono d'accordo anche con Nicola Fortunato - chi ha dell'esperienza diretta sul campo, per esempio ingengneria, può offrire un bagaglio tecnico di cui molti traduttori possono solo sognare.

Il fatto che la nostra è una professione non regolamentato è un'arma a doppio taglio. E' vero che ci sono dei traduttori improvvisati, ma ce ne sono in tutti i campi (mai sentito dei dentisti che praticano senza una laurea? https://fabrianonotizie.wordpress.com/2019/08/19/operava-i-pazienti-senza-laurea-scoperto-falso-dentista)

Dico questo non per giustificare chi si mette al PC senza le dovute competenze. Ma ben venga chi sa applicare il proprio "know-how" - abbiamo bisogno di professionisti come loro. Anche perché le competenze tecniche e le competenze linguistiche non si escludono a vicenda. istro


Ilaria Venturi
Maria Pia Giuseppina Nuzzolese
Chiara Santoriello
Maurizio Varriale
Kalinka67
 
Maria Pia Giuseppina Nuzzolese
Maria Pia Giuseppina Nuzzolese  Identity Verified
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Nemico sbagliato Oct 13, 2020

Chiara Santoriello wrote:

Ultimamente i testi da rivedere sono davvero raccappriccianti.


Mi solleva sapere che non sono l'unica ad aver notato il calo di qualità, io sto pensando addirittura di lasciar perdere la revisione data la mole di correzioni che si rendono necessarie ultimamente. Tuttavia, non penso che questo dipenda dai "traduttori-non-traduttori", bensì dai "traduttori-quasi-gratis" a cui le agenzie stanno ricorrendo in massa data la crisi. La suddetta categoria è composta dai più svariati "professionisti", con o senza laurea, attinente o meno alla traduzione, che stanno cavalcando l'onda (finché dura). Il congiuntivo lo possiamo sbagliare tutti, la laurea in traduzione non è garanzia di qualità, come detto da altri, ma l'approccio serio alla professione è a mio avviso l'unico ingrediente davvero essenziale per evitare indigestioni.


Chiara Santoriello
Giovanni Milone
Angie Garbarino
Christel Zipfel
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Chiara Berrani
Eleonora_P
 
Xanthippe
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Formazione Oct 14, 2020

Sono d'accordo che bisogna essere traduttori per fare i traduttori.
Però permettetemi di sottolineare che la sola conoscenza delle tecniche di traduzione, delle lingue e della lingua madre alla perfezione non basta.
È opportuno avere una grande cultura generale e formarsi (e/o specializzarsi) in campi specifici. Informarsi, leggere, formarsi, autoformarsi.

Ecco in sintesi la mia opinione.


Angie Garbarino
Chiara Santoriello
Kalinka67
Claudia Sorcini
 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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D'accordo con te Oct 14, 2020

Sono perfettamente d'accordo con te.
È necessario avere le giuste basi e poi specializzarsi, ma tutto questo viene con il tempo, con lo studio e con l'esperienza.
Ma il contrario?

Xanthippe wrote:

Sono d'accordo che bisogna essere traduttori per fare i traduttori.
Però permettetemi di sottolineare che la sola conoscenza delle tecniche di traduzione, delle lingue e della lingua madre alla perfezione non basta.
È opportuno avere una grande cultura generale e formarsi (e/o specializzarsi) in campi specifici. Informarsi, leggere, formarsi, autoformarsi.

Ecco in sintesi la mia opinione.



 
Xanthippe
Xanthippe
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* Oct 14, 2020

Chiara Santoriello wrote:


Sono perfettamente d'accordo con te.
È necessario avere le giuste basi e poi specializzarsi, ma tutto questo viene con il tempo, con lo studio e con l'esperienza.
Ma il contrario?


Il contrario è avere una professione e poi specializzarsi in traduzione. E credimi è possibile.


Giovanna Luisetto
 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Ma... Oct 14, 2020

Sì certo non dubito che sia possibile. Ma cosa intendi per specializzarsi in traduzione? Fare una scuola?

Xanthippe wrote:



[/quote]
Il contrario è avere una professione e poi specializzarsi in traduzione. E credimi è possibile. [/quote]


 
NFtranslations
NFtranslations
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Volevo rigirare la domanda Nov 23, 2020

Come è possibile fare il traduttore tecnico se non hai un minimo di pratica degli argomenti tecnici, non hai mai visto un macchinario/attrezzatura/mezzo operativo, non conosci il funzionamento di un dispositivo, il processo che devi descrivere, non sei mai stato sul campo, già è tanto se hai delle conoscenze teoriche mai avvalorate/confermate?
Perché fare il traduttore tecnico se non si è un tecnico?

Come al solito adesso qualcuno si inalbera ma questo è quanto!
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Come è possibile fare il traduttore tecnico se non hai un minimo di pratica degli argomenti tecnici, non hai mai visto un macchinario/attrezzatura/mezzo operativo, non conosci il funzionamento di un dispositivo, il processo che devi descrivere, non sei mai stato sul campo, già è tanto se hai delle conoscenze teoriche mai avvalorate/confermate?
Perché fare il traduttore tecnico se non si è un tecnico?

Come al solito adesso qualcuno si inalbera ma questo è quanto!


[Edited at 2020-11-23 06:04 GMT]
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Yaotl Altan
 
Chiara Santoriello
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È possibilissimo... Nov 23, 2020

Cosa servono le scuole interpreti e traduttori me lo spieghi?
Tradurre non è qualcosa di improvvisato.


Nicola Fortunato wrote:

Come è possibile fare il traduttore tecnico se non hai un minimo di pratica degli argomenti tecnici, non hai mai visto un macchinario/attrezzatura/mezzo operativo, non conosci il funzionamento di un dispositivo, il processo che devi descrivere, non sei mai stato sul campo, già è tanto se hai delle conoscenze teoriche mai avvalorate/confermate?
Perché fare il traduttore tecnico se non si è un tecnico?

Come al solito adesso qualcuno si inalbera ma questo è quanto!


[Edited at 2020-11-23 06:04 GMT]


P.L.F. Persio
Angie Garbarino
 
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